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Con il romanzo che, appena pubblicato, ha scalato le vette della classifica della trasmissione culto di Radio Rai, Fahrenheit, arrivando al secondo posto come libro del mese di giugno, il Circolo Agatirso di Naso “raddoppia” gli appuntamenti culturali dell’estate. Sabato 26 agosto alle ore 18,30, "Il Cristo ricaricabile", nuovo romanzo di Guglielmo Pispisa sarà presentato dall'autore e da Katia Trifirò, dottore di ricerca in Forme delle rappresentazioni storiche, geografiche, linguistiche, letterarie e sceniche presso l’Università degli Studi di Messina. |
Il Cristo ricaricabile Guglielmo Pispisa In uscita il 6 Giugno per Meridiano Zero edizioni 18€ pagg 464
Guglielmo Pispisa è nato a Messina nel 1971. È autore dei romanzi Multiplo (Bacchilega Editore 2004), Città perfetta (Einaudi Stile Libero 2005), La Terza Metà (Marsilio 2008). Fa parte dell’ensemble narrativo Kai Zen, con cui ha scritto il romanzo La strategia dell’ariete (Mondadori 2007) e Delta Blues ( Verdenero 2010).
Effervescente, deflagrante, irriverente, eppure più sacro che profano, il nuovo Pispisa. Cosa farebbe un ragazzo qualunque, un commesso-surfista metropolitano magro e pallido dal look demodé, se un giorno si svegliasse con le stigmate e la capacità di guarire la gente? Come reagirebbe la società italiana (e romana in particolare)? E i suoi cari? E chi di miracoli e miracolati fa uno strutturato business da agenzia? E la Chiesa?? Milhous è un Cristo minore, agnostico e inadatto a comunicare. Un messia senza messaggio, consapevole del suo nuovo status semplicemente per quelle maledette stigmate “grandi come una moneta” che si è trovato sul- le mani al risveglio da un’apocalittica Notte Bianca romana in cui, nel buio del blackout e sotto i fumi dell’alcol, qualcosa di incomprensibile e insondabile è successo. Insieme al dono, o meglio quasi l’incontenibile esigenza fisica, di guarire la gente con quelle mani. Una famiglia strampalata e disgregata ma brillante fa quadrato intorno a lui. Il nonno Reimarus, settantenne ma ancora virilissimo pittore dal coinvolgente e consapevole egoismo, è la voce narrante della vicenda. Il cinico e opportunista zio Armando, direttore della testata reazionaria Il Mondo Nuovo, pur in piena crisi coniugale non si lascia scappare l’occasione per un’intervista-scoop all’amato nipote sulla cresta dell’onda. Il socio in affari Cateno, siciliano verace dallo slang molto giovane, brilla per freschezza quanto per sagacia. E una strana figura in bianco dal nome rinascimentale getta reti di fascinazione e plagio sulla coscienza in crisi del giovane tau- maturgo. Una buona parte della storia, composta da differenti plot intrecciati, ruota intorno alla legalità e alla veridicità religiosa delle guarigioni, tra dogmi, fede e istituzioni politiche. Siamo in un’epoca che non dà cre- dito ai miracoli, soprattutto se il Cristo in questione è agnostico. Milhous conosce il carcere, accusato di creare scompiglio con le sue guarigioni e di essere un mitomane. Saranno l’abile campagna stampa di Armando e il sostegno della Compagnia dei Sofferenti a ridare a Milhous la libertà. Ma una vicenda ben più grave e sospetta grava ancora sulla sua testa. Già, perché in quella maledetta Notte Bianca c’è scappato anche il morto, o piuttosto la morta strangolata. Un sottile giallo serpeggia agile tra i vari piani narrativi, tenendo il lettore inchiodato e incredulo fino all’ultima riga.
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