UN VIAGGIO DA BOCCADIFALCO A GAETA- di Giuseppe Buttà - |
PREFAZIONE Essendomi trovato varie volte a ragionare dei fatti maravigliosi di Garibaldi, compiuti nel Regno delle Due Sicilie, ho notato moltissime inesattezze ne’ racconti militari, che si sogliono ripetere da coloro, che credono conoscerli assai meglio degli altri. Ho letto storie, memorie, articoli di giornali, scritti da garibaldini e da borbonici; ed ho trovato sempre le stesse inesattezze, le medesime esagerazioni e menzogne. I miei amici, conoscendo che fui testimone oculare di quasi tutte le vicende guerriere di que’ tempi di rivoluzione e di invasione straniera, mi han consigliato a scrivere ciò che vidi osservai ed intesi da persone degne di fede di quella disastrosa campagna, che durò dal 3 aprile 1860 al 13 febbraio 1861. Io non scrivo questo Viaggio per vanità di parlar di me, sono uomo oscuro e tale desidero rimanermi. Solamente voglio di buon animo accogliere le premure insistenti degli amici, perché non paia scortese. Però, badi il lettore, il mio stile non sarà né elegante, né forbito; lo prego quindi di tener conto solamente dei fatti che racconto. Quali si sieno i miei antecedenti ed i miei principii politici, in questo Viaggio m’ingegnerò di scrivere senza passioni, le quali dopo circa tre lustri si sono ammansite notabilmente. Dirò quello che mi detterà la mente memore del passato, e la coscienza. Io non entrerò nella vita privata di quei personaggi ch’ebbero parte alle vicende guerresche e civili di que’ tempi, ma ragionerò schietto e franco sulla vita pubblica de’ medesimi. Chiamerò le cose e le persone col proprio nome, non risparmierò quelle qualità che meritano lode o biasimo. E se altri poco accorto se ne dorrà, sarò pronto a giustificare pubblicamente quello che io dico ed affermo, aggiungendo pure quello che ora taccio per prudenza, non essendo necessario alla Storia. Io non perdonerò a nemici ad amici, né vorrò quindi contenermi anche di sacrificare la più cara amicizia ch’io abbia, affinché di quello, chiunque sia, ond’io tolgo a ragionare, e i presenti e i posteri conoscano non meno la virtù, che i vizi e i difetti. Massimamente trattandosi della caduta di uno de’ più antichi troni dell’Europa, la quale produsse così notabile cangiamento nella vita de’ popoli.
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AI CORTESI LETTORI
Questo Viaggio da Boccadifalco a Gaeta ecc., venne pubblicato la prima volta in appendice nel benemerito giornale di Napoli La Discussione, correndo l’anno 1875. Esso fu molto ammirato, perché l’autore, mentre fa i dovuti elogi ai fidi ed ai valorosi, senza riguardi o paura, svela i turpi brogli diplomatici, la viltà ed il tradimento di taluni duci e ministri, e riduce alle sue giuste proporzioni il merito di coloro, che si vollero proclamare eroi di una commedia, già organizzata da due potenti ministri esteri, e da un imperatore, surto dalla più desolante rivoluzione. Questo racconto è tanto più veritiero, in quanto che l’autore, quantunque avesse flagellato senza misericordia coloro che ciò avevano meritato, sebbene alcuni al potere, pure non venne da’ medesimi attaccato in qualsiasi modo; e se alcuno alzò la voce, anche minacciando, fu poi costretto a tacere per non veder pubblicati altri fatti e documenti, che lo avrebbero totalmente compromesso. L’autore pubblicava questo Viaggio, come si è detto, in appendice nella Discussione, e ne faceva un estratto in un libro, la cui intiera edizione di tremilatrecento copie fu nell’ufficio stesso del giornale presto esaurita, poco tempo dopo che se ne fece l’annunzio. Or sono scorsi sette anni, ed ogni giorno giungono per quel libro continue richieste, anche dall’estero. Per la qual cosa si è pensato farne una seconda edizione, ben corretta, accresciuta e con migliore tipi e carta, e con un indice in fine d’ogni volume, scegliendo per la ristampa uno dei migliori tipografi di Napoli. In questa seconda edizione, i lettori troveranno altri fatti e documenti, svelati dagli stessi rivoluzionarii e governi ammodernati, sia per accaneggiarsi fra loro, in questi ultimi sette anni, sia per attribuirsi un merito, che, per la gente onesta, altro non è onta e vitupero. Spero, che questa seconda edizione di un libro tanto ammirato e ricercato, sia di maggior gradimento agli amatori delle cose patrie, e di ammaestramento ai posteri. Vivete felici. L’EDITORE
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