Giovanni Raffaele
(nato il 24 giugno 1804 - morto il 4 ottobre 1882)

Fu medico insigne, autore d'un opera vasta sull'ostetricia e di un trattato sul colera asiatico, che pubblicava nel 1837.
Oltre che alla scienza medica, si dava egli con molto entusiasmo alla vita diplomatica. Insieme con Carlo Poerio, Giuseppe Del Re e Michele Primicerio, apportava delle modifiche, mutandone interi periodi, a quella famosa Protesta del popolo delle due Sicilie del Settembrini, compilava in forma più ristretta e limitata come "Protesta del popolo Napoletano".
Tale coraggioso ed importante documento, apparso nel 1848, fu il vero sintomo precursore della rivolta contro i Borboni.
Spirito molto vivace ed ardimentoso,
il Raffaele fu Ministro del primo governo dittatoriale di Garibaldi, poi Deputato, e - infine - ritiratosi in Palermo a vita privata, Sindaco della Città e senatore del Regno.
Palermo, a ricordarlo, gli dedicava una via.
Il Municipio di Naso gli consacrava una lapide marmorea, che oggi trovasi affissa su d'un muro della casa, dove il Raffaele nacque.

(LA CITTA' DI NASO IN SICILIA E IL SUO ILLUSTRE FIGLIO S. CONO ABATE - Arciprete Antonino Portale)


 

Senatore Onorevole Giovanni Raffaele

Naso (Me) 24/06/1804-Palermo 04/10/1882

Nota bio-bibliografica

A cura di Massimo Cono Pietropaolo

 Il Dottor Giovanni Raffaele, nato a Naso(ME) da Gaetano e Rosaria Ioppolo, laureato in medicina all’Università di Palermo, specializzatosi a Salerno in ostetricia su cui scrive un trattato in 2 volumi pubblicato nel 1841, stampa a Napoli nel 1837 uno studio sul cholera  asiatico.
Patriota del risorgimento, medico ostetrico, consigliere provinciale di Palermo, rappresentante dei Siciliani del Comitato liberale siculo-napoletano insieme a Carlo Poerio e Mariano d’Ayala,  deputato al parlamento Siciliano nel 1848-49, segretario di Stato (Ministro) dei lavori pubblici nel Governo dittatoriale di Garibaldi in Sicilia (14 Maggio 1860- 1° Giugno 1861), Sindaco di Palermo (1848-49; 3 Novembre 1878, 26 Settembre 1880), membro della Società Siciliana per la storia Patria, eletto onorevole nell’VIII Legislatura, la prima del Regno d’Italia, il 17 Aprile 1864 al ballottaggio con Salesio Balsano, ricopre la carica fino al 7 Settembre 1865; é nominato Senatore del Regno D’Italia, il 16 Novembre 1876, per la 5° Categoria, proposto dal relatore Luigi Agostino Casati; egli si specializza in ostetricia a Salerno ed esercita la professione a Napoli, da cui è costretto a fuggire a Milano perché caduto in sospetto della polizia borbonica di cui denuncia i metodi sulla stampa straniera inglese, pubblicando sul Morning Post le “Lettere Siciliane” sulla fucilazione del corleonese Francesco Bentivegna, a Mezzojuso, il 20 Dicembre 1856, dopo un processo-farsa, sulla “Cuffia del Silenzio” di cui verrà a conoscenza il futuro Premier Inglese  William Gladstone.( 1809-1898). Nel 1842 Michele Amari pubblica” Un periodo delle storie siciliane del XIII secolo” sul Vespro antiangioino e poco dopo, Francesco Ferrara diffonde
la ”Lettera di Malta”; all’interno de “La protesta del popolo delle Due Sicilie”, Napoli,1847, di Luigi Settembrini, Giovanni Raffaele scrive, a detta dello stesso autore della Protesta, il capitolo La Città di Napoli e una nota. Queste pubblicazioni contribuiranno a creare il clima favorevole allo scoppio del moto insurrezionale del 12 Gennaio 1848, a piazza Fieravecchia, a Palermo, capitanato da Giuseppe La Masa che nel Maggio 1860, insieme a Rosolino Pilo, Francesco Crispi e Giacinto Carini, favorirà lo sbarco di Garbaldi in Sicilia e la conquista di Palermo da parte delle Camicie rosse peninsulari cui si uniscono,  “i picciotti” isolani, da Marsala, a Salemi, a Calatafimi, da Palermo a Milazzo e Messina.In occasione della visita a Palermo di Ferdinando II di Borbone, nei primi di  Luglio 1847, per la festa di Santa Rosalia, diffonde copie della Protesta di Settembrini e per questo il 31 luglio 1847, aiutato dal Principe di Scordia è costretto ad esiliare a Tunisi e a Marsiglia dove rimane fino al Febbraio 1848 quando rientra a Napoli da dove  il 18 febbraio 1848 il Borbone Francesco II è costretto a concedere lo Statuto siciliano, viatico per lo statuto albertino del 4 marzo 1848.
Il 12 Aprile 1848 si reca a Palermo dove partecipa all’adunanza in casa dell’Ammiraglio Ruggero Settimo per decretare la decadenza della dinastia dei Borbone dal trono di Sicilia.
In un primo momento Giovanni Raffaele, essendo presidente costituzionale del Consiglio dei Ministri Carlo Troja, (11 febbraio 1848-15 maggio 1848) e Ministri Scialoia, Dragonetti e Ferretti, incaricato dal comitato siculo napoletano tenta una mediazione per non far secedere la Sicilia dal trono di Napoli ma non riesce nell’impresa. Infatti l’11 Luglio 1848 il Parlamento siciliano elegge Ferdinando di Savoia, Duca di Genova, Secondogenito di Carlo Alberto, Re di Sicilia col nome di Alberto Amedeo I; il designato Re di Sicilia, dopo la sconfitta di Novara 23 Marzo 1849, nonostante i buoni auspici del presidente del Consiglio del Regno Sabaudo, Vincenzo Gioberti (cui il governo siciliano invia a Genova una delegazione formata da Amari, Pisani e La Farina), favorevole ad una confederazione di Stati italiani, non accetta la corona Siciliana. Dopo i moti antiborbonici del 1848 e la breve esperienza del parlamento siculo-napoletano del 1848-1849, in casa di Raffaele continua a riunirsi il comitato insurrezionale  protagonista il 27 maggio 1860 della rivolta di Palermo all’arrivo dei Mille di Garibaldi di cui il comitato prepara l’entrata nel capoluogo Siciliano.L’on. Giovanni Raffaele è amico personale dell’avvocato onorevole Francesco Crispi, garibaldino, Presidente della Camera dei Deputati e futuro Presidente del consiglio dei ministri. Il 30 Aprile del 1877 a Palermo, a Palazzo della “Catena”, sede della sopraintendenza agli Archivi Siciliani, Il senatore Giovanni Raffaele “ Speciale incaricato dell’avvocato Francesco Crispi, deputato al Parlamento e Presidente della Camera dei Deputati” deposita nelle mani dello storico Isidoro La Lumia, sovrintendente degli archivi e del Cav. Giuseppe Silvestri, archivista, due volumi di carte originali, manoscritte e a stampa relative ai fatti della rivoluzione Siciliana del 1848 appartenute a Crispi (e di cui l’esponente della sinistra storica ebbe copia) che si aggiunsero ai documenti già versati nell’archivio di Palermo dal Marchese di Torre Arsa e da Vincenzo Errante, protagonisti dei fatti siciliani del 1848-49.I documenti crispini sono i due volumi di 173 fogli il primo e 170 il secondo.Per contestare le accuse del letterato Carlo Gemelli e di Giuseppe La Farina, collaboratore di Camillo Benso Conte di Cavour, e presidente della Società nazionale, il senatore Giovanni Raffaele scrive le “Rivelazioni Storiche”.A conferma delle sue scelte ideali e politiche, nella tornata del 16 Novembre 1864 alla camera dei Deputati, rispondendo alle osservazioni degli onorevoli Tecchio, Petruccelli della Gattina, (Autore de I moribondi di Palazzo Carignano, Torino,1862),che sostiene “la politica sanguigna” contro L’imperatore Napoleone III di Francia anziché “la politica linfatica”, di Mordini, di La Porta, di Berti, l’onorevole Raffaele rivendica le rivoluzioni Siciliane del 1812, 1820, 1848, 1860 dicendo che “Il popolo di Sicilia si distingue forse più degli altri popoli d’Italia per la intolleranza del despotismo per l’amore alla libertà… in meno di mezzo secolo quattro grandi rivoluzioni per amore della libertà, per aborrimento del despotismo” dopo essere stato Sindaco di Palermo dal 1878 al 1880, il senatore onorevole Giovanni Raffaele muore nella “ capitale”siciliana il 4 Ottobre 1882.

 

       BIBLIOGRAFIA

       a)      Sarti T. Il Parlamento Subalpino e Italiano, due volumi, Roma, 1896 e 1898;

b)      Confederazione Fascista dei Professionisti e degli Artisti: Dizionario dei siciliani illustri, 1939. (346);

c)      Malatesta Alberto: Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922. Vol. 3. 1941. (354);

d)     M. di Liberto nuovissimo stradario storico della città di Palermo, Palermo 1993, Pag. 414

e)      Atti Parlamentari, VIII Legislatura del Regno D’Italia, discussioni della camera dei Deputati sessione 1863-64-65

f)       Atti Parlamentari, XIII e XIV  legislatura - Senato del Regno 1876/1882.

g)      Mons. Portale Antonino, La Città di Naso in Sicilia e il suo illustre figlio San Cono Abate, Palermo, 1938, pagg.200-201 ad vocem Giovanni Raffaele;

h)      Astuto G. Io sono Crispi, Il Mulino, Bologna 2005;

i)        Crispi F., I Mille, Milano 1911;

j)        Duggan Chistopher, Creare la nazione: vita di Francesco Crispi, Roma- Bari 2000.

k)      Jemolo A.C., Crispi,Vallecchi Editore, Firenze 1922;

l)        Palamenghi Crispi T., Carteggi politici inediti di Francesco Crispi (1860-1900), L’Universelle Imprimerie Polyglotte, Roma 1912;

m)    Palamenghi Crispi T., Francesco Crispi: questioni internazionali. Diario e documenti,  Fratelli Treves, Milano 1913

n)      Don Giuseppe Buttà, un viaggio da Boccadifalco a Gaeta, memorie della rivoluzione dal 1860 al 1861, Napoli, 1883

o)       Giorgio Napolitano, Il ruolo cruciale della Sicilia,pagg. 59-66, in Una e Indivisibile, riflessioni sui 150 anni della nostra Italia, Milano, 2011.

 SITOGRAFIA

p)      Francesco Atanasio, protagonisti “dimenticati” del Risorgimento: Ferdinando di Savoia, Duca di Genova, nel sito www.crocereale.it, 25 Giugno 2011;

q)      Palazzolo A. www.isspe.it nota su Giovanni Raffaele ad vocem Archivio Cuffari di Naso;

r)       www.treccani.it ad vocem Raffaele Giovanni;

s)       www.comera.it-archivio storico –archivio della camera regia(1848-1943)

t)       www.senato.it ad vocem Raffaele Giovanni;

u)      www.risorgimento.it ad vocem moti 1848-49 Rassegna Storica del Risorgimento a cura di Emanuele Librino.

v)      www.testimonidiliberta.it ad vocem Carmelo Di Lena

w)    www.nasoin.it ad  vocem Giovanni Raffaele

x)      www.comune.naso.me.it link ad vocem Cono, Carmelo e Ignazio di Lena, testimoni di libertà

y)      www.Sicilia150.it link del sito della Regione Sicilia sui 150 anni dell’Unità d’Italia, ad voces Crispi, La Farina, Ferrara, Ruggero Settimo…